La vitamina D

La vitamina D

La vitamina D può aiutare a prevenire l’insufficienza cardiaca dopo un infarto.

Una nuova ricerca condotta dal Westmead Institute for Medical Research ha dimostrato come la vitamina D possa aiutare a proteggere il tessuto cardiaco e prevenire l’insufficienza cardiaca dopo un infarto, offrendo la possibilità di un supplemento a basso costo alle cure esistenti per la patologia.

Il team di ricercatori ha scoperto che la vitamina D impedisce l’eccessiva cicatrizzazione e l’ispessimento del tessuto cardiaco in seguito ad un infarto, il che potrebbe aiutare a ridurre il rischio di insufficienza cardiaca.
I ricercatori hanno utilizzato modelli roditori per analizzare l’impatto della 1,25D – una forma di vitamina D che interagisce con gli ormoni – sulle cellule che formano il tessuto cicatriziale dopo un infarto. Queste cellule sono chiamate unità di fibroblasti formanti colonie cardiache (cCFU-Fs).

Il ricercatore principale dello studio, James Chong, ha dichiarato che si conosceva già il ruolo della vitamina D nella protezione da insufficienza cardiaca, ma la sua interazione con le cCFU-Fs non era ben definita.
Gli infarti si verificano quando l’afflusso di sangue al cuore è bloccato, danneggiando il tessuto. Questo attiva la reazione infiammatoria in cui le cCFU-Fs sostituiscono il tessuto danneggiato con tessuto cicatriziale a base di collagene. Chong ha spiegato: “Questo è un problema perché la cicatrizzazione del tessuto cardiaco può ridurre la capacità del cuore di pompare il sangue in maniera efficiente, che può portare ad insufficienza cardiaca.

La nostra ricerca dimostra che la vitamina D in realtà impedisce alle cCFU-Fs di formare il tessuto cicatriziale. Così la vitamina D può giocare un ruolo importante nel ridurre il rischio di insufficienza cardiaca dopo un infarto”.
L’insufficienza cardiaca è una condizione potenzialmente mortale che colpisce circa 23 milioni di persone nel mondo. Chong ha spiegato che sono necessari nuovi trattamenti per ridurre l’incidenza globale della patologia.
Ecco le sue parole: “Le malattie cardiovascolari, come gli infarti e l’insufficienza, sono le cause principali di morte nel mondo. Per cambiare questo scenario, dobbiamo condurre ricerche sulle condizioni cardiache da ogni possibile angolazione.
Questo è il primo studio che dimostra il ruolo di 1,25D nel regolare le cellule progenitrici cardiache e i risultati sono incoraggianti”.

Ricordiamo che la vitamina D circola e viene attivata non solo a livello epatico e renale ma in tutti i tessuti del corpo, dove avviene l’attivazione autocrina, e che la sua emivita è di circa 24 ore, è quindi importante che questa venga assunta (tramite esposizione solare, cibo o supplementi) ogni giorno!

N.P.
Si definisce autocrino il sistema di segnalazione cellulare in cui una sostanza (l’agente autocrino) prodotta da una cellula va a modificare il comportamento …

In definitiva possiamo aggiungere, che la vitamina D è attualmente uno dei micronutrienti più studiati, sul quale si sta concentrando gran parte dell’attenzione di scienziati e medici di tutto il mondo, esistono migliaia di studi, alcuni di essi li presentiamo in anteprima in questo articolo, e poi ne approfondiremo i contenuti nei successi articoli.

 

Bibliografia:
medicalnewstoday.com: How vitamin D protects against heart failure; Vitamin D Deficiency and Risk for Cardiovascular Disease
ncbi.nlm.nih.gov: Cistromic and genetic evidence that the vitamin D receptor mediates susceptibility to latitude-dependent autoimmune diseases; vitamin D and calcium supplementation reduces cancer risk; results of a randomized trial
academic.oup.com: Decreased bioavailability of vitamin D in obesity