I due cervelli

I due cervelli

Forse non tutti sanno che gli esseri umani hanno due ‘cervelli’, forse la cosa potrà sorprendere i più, ma leggete quello che abbiamo appreso

Un fitto intreccio di cellule nervose si estende attraverso gli organi digestivi, oltreché nei muscoli che regolano la peristalsi nelle pareti intestinali. Tra i muscoli e lo strato epiteliale si trova una rete che genera i sottili movimenti epiteliali e regola le attività delle ghiandole e i processi immunologici. Altre sottili connessioni nervose li collegano tra di loro.
Nei muscoli intestinali ci sono cellule speciali, che analogamente a quanto accade nel cuore e indipendentemente dalle cellule nervose, danno il ritmo, rilasciano impulsi ai muscoli intestinali e stimolano la motilità. A questa nuova scoperta è stato dato il nome di “sistema nervoso enterico”, abbreviato in SNE.
Da allora si sa che oltre ad avere un cervello nella testa ne abbiamo anche uno nella pancia.

Il SNE comprende più neuroni del midollo spinale e dal suo sviluppo ci possiamo accorgere che ha a che fare con i nostri sentimenti: esso infatti deriva da cellule che nello sviluppo embrionale si spostano lungo il nervo vago nell’intestino e qui si differenziano in cellule nervose. La loro origine è il sistema limbico che, dal punto di vista della storia dell’evoluzione è un’antica parte di corteccia cerebrale in cui vengono elaborati sentimenti ed emozioni. Per così dire, il SNE è cresciuto spostandosi dalla testa nella pancia. Non c’è da stupirsi che le due parti siano in relazione tra loro.

Nel 1880 si iniziò a discutere a livello scientifico, se l’attività che scatena in noi i sentimenti inizi nel cervello, nel sistema nervoso autonomo o nell’intestino.
Che cosa si ha per primo? Lo stimolo esterno sul sistema nervoso autonomo che agisce nell’intestino e la cui reazione sul cervello scatena le emozioni corrispondenti?
Cento anni fa si affermava il contrario sostenendo che i sentimenti nascono direttamente nel cervello e la reazione nell’intestino sarebbe solo un effetto secondario che non avrebbe un ruolo essenziale nella loro formazione.
All’epoca si consideravano corpo, mente e anima come delle entità separate e come tali venivano trattate: o dalla testa verso la pancia oppure l’inverso –come se fossero indipendenti l’una dall’altra.
Solo pochi anni fa si è riconosciuto che porsi questa domanda era assurdo e si concluse che fra i due organi esistono dei legami e sono intrecciati in tutto lo spettro di esperienze, sentimenti, intenzioni e ricordi.

Nel 1994 apparve il libro L’errore di Cartesio del neuroscienziato António R. Damásio, che dal 2005 insegna alla University of South California, un trattato che ha apportato nuovi concetti sul tavolo della discussione.
Damásio postulava che tutte le esperienze fatte da un essere umano vengono salvate in una sorta di memoria delle esperienze, localizzata nel cervello e legata al corpo.
Tra il corpo e la mente non c’è alcuna separazione, quanto piuttosto le due parti si influenzano reciprocamente in maniera costante. I ricordi vengono trasmessi tramite un sistema di segnali di esperienza che chiama “marcatori somatici”. Questi aiutano l’essere umano a prendere decisioni alimentando il pensiero con segnali da parte del corpo, che si formano sulla base delle esperienze precedenti.
Chi ad esempio si è bruciato le dita su una piastra incandescente salverebbe nella memoria esperienziale del cervello la sensazione e i sentimenti che ne sono derivati: guardando una piastra e ponendosi la domanda se la si può toccare o no, il ricordo della sensazione provata segnalerebbe che sarebbe opportuno controllare prima se sia calda o fredda.
Secondo Damásio tutte le decisioni sarebbero collegate alla memoria esperienziale e ai sentimenti. Se a causa di un disturbo nel cervello questo legame non è più possibile, non si è neanche più in grado di prendere decisioni. I sentimenti impattanti sono dunque a loro volta salvati sotto forma di marcatori forti nel sistema del corpo e potrebbero anche spiegare perché l’intestino sia legato ai sentimenti.
Non appena un sentimento viene salvato insieme a un ricordo carico di stress per l’intestino – come ad esempio la paura che fa venire i crampi all’intestino – allora tutte le situazioni che richiamano impressioni ad esso legate, fanno sì che l’intestino abbia di nuovo i crampi. Può trattarsi di un odore, un colore o un rumore.
La memoria del ricordo è legata agli organi digestivi e reagisce col sentire, il vedere e il pensare. Le esperienze positive e negative sono in questo modo legate alle reazioni del corpo.